Ho sempre venerato le tradizioni, in particolare da bambina. Allora ogni gesto era accompagnato da filastrocche e fiabe popolate da eroi, principesse e animali parlanti che mia madre chiamava a raccolta per riempire di entusiasmo ogni momento della giornata. Così ogni ora, ogni giorno era scandito da un racconto e io sono cresciuta romanticamente legata ai riti.
Era Natale chiaramente il periodo che più mi piaceva quando vedevo sfilare tutte le maschere della tradizione e io mi cullavo beata e felice tenendo le redini di film già visti ma sempre dannatamente belli. La sera del 25, sfiniti dal pranzo di Natale, mia madre si era inventata un gioco nuovo e diverso dalla solita tombola. Si cenava con panettone e latte, e solo l’idea di poter cenare con i dolci mi riempiva il cuore di gioia, e poi alle nove tutti in macchina: “Si va a vedere il Presepe!” E non era un presepe qualsiasi.
Il Presepe della Marineria a Cesenatico era ed è tutt’ora una delle meraviglie del Natale Romagnolo. Il porto leonardesco fa da cornice ad una rappresentazione teatrale che ogni anno dal 1986 fa rivivere le antiche barche storiche del Museo della Marineria. Qui i personaggi del racconto tradizionale si mescolano agli abitanti di una antica Cesenatico in un gioco magico di luci e riflessi. Il presepe viene inaugurato l’8 dicembre e l’allestimento dura fino all’Epifania che ricopre da sempre il ruolo infame di portarsi via tutte le feste, e la tradizione poetica vuole che ogni anno venga realizzata una nuova statua, un nuovo abitante di questo mondo silenzioso e incantato.
E così ricordo come non fosse Natale senza la visita al Porto di Cesenatico, senza la classica foto di rito sul canale con le barche illuminate sullo sfondo, senza il gioco “qual è il tuo personaggio preferito?”. Ogni volta rimanevo come stordita di fronte al Presepe, adoravo i personaggi, la minuzia e l’attenzione ai dettagli e quelle luci che tremavano sulle acque immobili parevano dirmi che di lì a poco tutto avrebbe preso vita e quel marinaio laggiù avrebbe issato su la rete piena di pesci. Ma in realtà ero innamorata delle barche, i loro colori, le loro vele disegnate dalle luminarie natalizie riuscivano a togliermi fiato e parole.
A distanza di anni questo Natale sono ritornata a Cesenatico. Ho passeggiato sul porto e una volta davanti alla vele della mia infanzia ho rivissuto quella magia di quando da bambina veneravo sopra ogni cosa i riti e le tradizioni.
Post di Francesca
